giovedì 6 agosto 2015

BANCAROTTA - CARATTERISTICA PRINCIPALE DI ALCUNE FATTISPECIE (CASSAZIONE PENALE 20/7/2015)

IMPORTANTE SENTENZA DELLA CORTE DI CASSAZIONE SUL REATO DI BANCAROTTA.



La Corte di Cassazione, nella sentenza 30.7.2015 n. 33774, nell'escursus della decisione ha precisato, tra l’altro, che:

  • mentre è certamente consentita l’opera di consulenza e di intervento svolta da un avvocato o da un consulente contabile a favore di un imprenditore o di una società in dissesto, deve invece ritenersi illecito e penalmente rilevante il fatto del legale o del consulente che, essendo consapevole dei propositi dell’imprenditore, dia a questi consigli o suggerimenti sui mezzi giuridici idonei a sottrarre i beni ai creditori o l’assista nella conclusione dei relativi negozi o svolga un’attività diretta a garantire l’impunità o che, comunque con il proprio aiuto e con le proprie preventive assicurazioni, favorisca o rafforzi l’altrui progetto delittuoso (cfr. Cass. n.49472/2013); 
  • il reato di bancarotta impropria da reato societario, di cui all’art. 223 co. 2 n. 1 del RD 267/42, come riformato dal DLgs. 61/2002, sussiste anche quando la condotta abbia solo aggravato il dissesto già esistente (cfr. Cass. n. 17021/2013); 
  • nel reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale il dolo è rappresentato dalla consapevolezza di dare ai beni della società fallita una destinazione diversa da quella dovuta sulla base della funzionalità dell’impresa, privando quest’ultima di risorse e di garanzie per i creditori (cfr. Cass. n. 44933/2011); 
  • la bancarotta fraudolenta per “dissipazione”, ex art. 216 co. 1 n. 1 del RD 267/42 si distingue da quella di bancarotta semplice per consumazione del patrimonio in operazioni aleatorie o imprudenti, di cui all’art. 217 co. 1 n. 2 del RD 267/42, sia sotto il profilo oggettivo, per l’incoerenza, nella prima, nelle prospettive delle esigenze dell’impresa, delle operazioni poste in essere, che sotto il profilo soggettivo, per la consapevolezza dell’autore della condotta, sempre nella prima ipotesi, di diminuire il patrimonio della stessa per scopi del tutto estranei ad essa (cfr. Cass. n. 47040/2011).
La sentenza precisa la portata delle fattispecie e segna un punto di chiarezza sulla controversa materia.

Dott. Victor Di Maria

mercoledì 5 agosto 2015

IL MINISTERO DELL'ECONOMIA E FINANZE COMUNICA I DATI DELLE ENTRATE TRIBUTARIE DEL 1° SEMESTRE 2015


Nei primi sei mesi del 2015 le entrate tributarie erariali, accertate in base al criterio della competenza giuridica, ammontano a 194.364 milioni di euro, in lieve diminuzione rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (-335 milioni di euro, pari a -0,2%). Ai fini del confronto omogeneo tra il risultato registrato nel primo semestre del 2015 rispetto all’analogo periodo dello scorso anno, è necessario tener conto del venir meno del gettito dell’imposta sostitutiva sui maggiori valori delle quote di partecipazione al capitale della Banca d’Italia, il cui versamento ammontava a 1.692 milioni di euro ed era previsto per il solo anno 2014. Al netto di questa entrata straordinaria del 2014, le entrate tributarie erariali presentano una crescita tendenziale del +0,7% (+1.357 milioni di euro).
IMPOSTE DIRETTE
Registrano un gettito complessivamente pari a 106.075 milioni di euro, in aumento dello 0,6% (+1.505 milioni di euro) rispetto agli stessi mesi del 2014. 
L’introito dell’IRPEF cresce dello 0,7% (+577 milioni di euro) principalmente per effetto delle ritenute sui redditi dei dipendenti del settore privato (+3,8%) e di quelle dei lavoratori autonomi (+1,2%). In calo, invece, le ritenute sui redditi dei dipendenti del settore pubblico (–2,3%). Tale variazione negativa è tuttavia attribuibile al meccanismo di regolazione contabile del bonus degli 80 euro fino ad oggi corrisposto (1.000 milioni di euro), che per il settore pubblico avviene l’anno successivo a quello di attribuzione. Si registra infine un calo dei versamenti in autoliquidazione di 290 milioni; il risultato riflette gli effetti di alcuni provvedimenti previsti dalla legge di stabilità 2014 quali la rimodulazione delle detrazioni per i redditi di lavoro dipendente e la modifica delle aliquote di detrazione per interventi di efficienza energetica e ristrutturazione edilizia (rispettivamente 65% e 50% per le spese sostenute nel 2014). Inoltre si registra una diminuzione del 16 per cento dei contribuenti che hanno versato entro la scadenza di giugno ed un aumento del 5 per cento del versamento medio per contribuente rispetto ai dati dell’anno precedente.
L’IRES presenta un gettito di 9.225 milioni di euro (-596 milioni, pari al -6,1%). Questo risultato è determinato principalmente dal venir meno dei maggiori versamenti a saldo effettuati lo scorso anno a titolo di addizionale IRES (+8,5 punti percentuali per i soggetti che esercitano attività assicurativa, enti creditizi e finanziari - DL 133/2013). Il tributo era stato istituito per il solo anno d’imposta in corso al 31 dicembre 2013 ed era affluito all’erario nel mese di giugno 2014 con la scadenza a saldo dell’IRES. L’incremento registrato sull’acconto (+1,2%) è indicativo di un miglioramento tendenziale dell’attività economica. 
Tra le altre imposte dirette, aumenta dell’81,3% (+719 milioni di euro) il gettito dell’imposta sostitutiva sui redditi da capitale e sulle plusvalenze e del 92,8% (+532 milioni di euro) quello dell’imposta sostitutiva sul valore dell’attivo dei fondi pensione. Il gettito di entrambe le imposte è sostenuto dagli incrementi delle aliquote di tassazione dei redditi di natura finanziaria, rispettivamente dal 20 al 26 per cento e dall’11,5 al 20 per cento, adottati per finanziare le misure di riduzione del cuneo fiscale sul lavoro. L’imposta sostitutiva delle imposte sui redditi nonché ritenute sugli interessi e altri redditi di capitale ha registrato una crescita di 1.077 milioni di euro (+26,8%) dovuta alla variazione di aliquota, dal 12,5 al 20 per cento prevista dal D. Lgs. n.44/2014, sulla tassazione dei proventi derivanti dalla partecipazione ad OICVM (Organismo di Investimento Collettivo in Valori Mobiliari) di diritto estero. L’imposta sulle riserve matematiche del ramo vita assicurazioni presenta una crescita di 217 milioni di euro (+10,3%) per effetto dell’incremento nella raccolta premi nel 2014.

IMPOSTE INDIRETTE
Il gettito ammonta a 88.289 milioni di euro con una diminuzione dell’1,0% (–917 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo del 2014. 
Si confermano in aumento le entrate dell’IVA che crescono di 747 milioni di euro (+1,5%) per effetto dell’andamento complessivamente positivo della componente relativa agli scambi interni e dei versamenti dovuti in base all’applicazione del meccanismo dello “Split Payment” [1] (+1,8%, pari a +744 milioni), mentre risulta stabile il gettito registrato dalle importazioni dai Paesi extra-UE (+3 milioni di euro).

Le entrate dell’accisa sui prodotti energetici, loro derivati e prodotti analoghi (oli minerali) segnano un decremento di 368 milioni di euro (–3,2%). In flessione anche il gettito dell’accisa sul gas naturale per combustione (gas metano) che ha generato entrate per 1.234 milioni di euro (–981 milioni di euro, pari a –44,3%). Il meccanismo di versamento dell’imposta prevede rate di acconto mensili calcolate in base ai consumi dell’anno precedente e un saldo che viene versato l’anno successivo a quello di riferimento, entro fine marzo, in base ai consumi effettivi. Per effetto di tale meccanismo, la flessione del gettito registrata è stata determinata dalla variazione negativa del conguaglio versato a marzo 2015 sulla base dei consumi effettivi di tutto l’anno 2014, risultati inferiori a quelli del 2013.
ENTRATE DA GIOCHI
Le entrate relative ai giochi presentano, nel complesso, una crescita del 4,7% (+270 milioni di euro).

ENTRATE DA ACCERTAMENTO E CONTROLLO
Il gettito derivante dall’attività di accertamento e controllo risulta in aumento del 2,1% (+84 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Sul sito del Dipartimento delle Finanze è disponibile il Bollettino delle entrate tributarie del periodo gennaio–giugno 2015 corredato dalle appendici statistiche e dalla guida normativa, che fornisce l’analisi puntuale dell’andamento delle entrate tributarie, e la relativa Nota tecnica che illustra in sintesi i principali contenuti del documento.
 

[1] Si ricorda che la legge di stabilità 2015 ha introdotto il meccanismo dello “Split Payment” che prevede che le pubbliche amministrazioni versino direttamente all’Erario l’imposta sul valore aggiunto che è stata addebitata loro dai fornitori.

martedì 4 agosto 2015

CASSAZIONE: NON AL PRINCIPIO DEL "NE BIS IN IDEM" PER I MANCATI VERSAMENTI DEI CONTRIBUTI INPS


E' stato un tema fortemente dibattuto in varie aule di giustizia: inesistenza del principio del "NE BIS IN IDEM" in caso omessi versamenti di contributi INPS.

Il datore di lavoro che omette il versamento dei contributi previdenziali dovuti ai dipendenti è legittimamente sanzionato due volte, sotto il profilo amministrativo e penale, senza che ciò violi il principio del "ne bis in idem" secondo cui nessuno può essere giudicato o condannato due volte per i medesimi fatti.
In tema di omesso versamento contributivo, inoltre, la crisi di liquidità dell'azienda non è da considerarsi causa di esclusione della pena in quanto nella fattispecie criminosa sussiste il dolo generico, costituito dalla consapevolezza del soggetto di omettere il versamento di quanto dovuto.
Così ha sancito la Corte di cassazione con la sentenza 31378 del 20 luglio 2015.

Il fatto
La controversia è sorta nel corso di un giudizio penale in cui un imprenditore è stato ritenuto colpevole del reato di omesso versamento dei contributi previdenziali dovuti ai lavoratori dipendenti ai sensi dell'articolo 2 del Dl 463/1983.