venerdì 12 dicembre 2014

ROMA E LA BANDA BASSOTTI



Roma, intreccio perverso tra politica, ex terroristi nonché appartenenti alla “gloriosa” “banda della Magliana”, funzionari dell’apparato pubblico e cooperative. Mafia, o meglio sistema mafioso, al servizio di una banda di delinquenti che, sulle spalle del solito contribuente, hanno rubato milioni di Euro.
Questo ennesimo scandalo è l’ultimo di una lunga serie. Inutile annoiare i lettori con l’elenco. Ma il punto di domanda inevitabilmente fa perno proprio sulla ripetizione di detti scandali. Ogni volta scopriamo, ormai senza neppure provare alcun brivido per la sorpresa, che il copione è sempre uguale. La politica, la criminalità organizzata, funzionari e faccendieri tutti uniti per il medesimo scopo criminale.
Il susseguirsi di tali vicende ci hanno ormai condotto alla determinazione che l’Italia è un Paese malato, pieno zeppo di problemi economici e devastato financo nella speranza per un futuro diverso.
Quindi rimaniamo tutti impigliati nella ragnatela della collera, indignati ma rassegnati ad un destino infausto.
Nel frattempo i giorni passano, ognuno di noi lotta strenuamente per combattere i problemi del quotidiano e fra una notizia di gossip, un infanticidio e una partita di calcio ci dimentichiamo delle cose accadute.
Abbiamo il fondato sospetto che la cosiddetta “politica” prediliga l’oblio. Soprattutto la politica di chi sta al potere e nei dintorni.
I politici sono tali perché noi cittadini li abbiamo eletti a sedere fra gli scanni delle istituzioni che decidono.
Noi, cittadini, fatichiamo ogni giorno, lottiamo le avversità della vita, sudiamo sette camice per produrre un reddito per sfamare i nostri figli.
E questo, ovviamente, va benissimo.
Ma per portare a casa il necessario, patendo le sofferenze dell’inferno, siamo costretti a cedere a questo “Stato” più del 50% del nostro sudore e questo sacrificio non serve solo per dare ad esso il necessario per organizzare una società migliore e per il benessere dei cittadini (Scuole, ospedali, sanità, strade, infrastrutture, sicurezza ect) ma contribuisce anche ad alimentare il “mostro” della corruzione e del malaffare.
Fa indignare il “Giustificazionismo” di tutti quelli che sono al potere e parlano come se fossero all’opposizione. La giustificazione è pronta per ogni scandalo. Ma, cari amici, “cca nisciuno è fesso” direbbe il grande Totò.
Gli uomini che decidono e intrecciano i rapporti con uomini malavitosi sono scelti dalla politica. Non ce li mettiamo noi i funzionari corrotti o i presidenti delle partecipate e municipalizzate che fanno “affari” con i soldi dei contribuenti.
Quale sarà la soluzione ?
Noi non siamo politici. Noi siamo come tanti lettori umili servitori. Ma una cosa l’abbiamo imparato.
Ogni qualvolta ci capiterà di incontrare un “Onorevole” pretenderemo in maniera decisa di essere chiamati “Signor Cittadino mio datore di lavoro”.
Intanto cominciamo a rimarcare le distanze.

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